Ventagli Extra — L’intervista di Matej Mohorič

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LoggioneSport
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4 min readJul 21, 2023

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Dopo aver vinto al fotofinish la 19ª tappa del Tour de France, Matej Mohorič ha rilasciato ai microfoni di Seb Piquet una intervista emozionante.
In poco più di quattro minuti è riuscito a condensare la spiegazione del ciclismo e della vita e delle due cose combinate al Tour de France.

Qui il video integrale

Abbiamo pensato che potesse essere utile una traduzione in italiano e la trovate qui di seguito.

Matej questa non è la tua prima vittoria al Tour de France, puoi spiegarci cosa significhi per te questa vittoria?

Significa molto perché è così difficile e crudele essere un ciclista professionista. Soffri molto nella preparazione, sacrifichi la tua vita, la tua famiglia. Fai tutto quello che puoi per arrivare qui pronto e poi dopo qualche giorno ti accorgi che tutti sono così incredibilmente forti che talvolta è persino difficile seguire le ruote.

L’altro giorno sul Col de la Loze ero completamente stanco e svuotato e sai che devi ancora arrivare in cima all’arrivo e sai che devi farlo di nuovo il giorno dopo.

Vedi lo staff che si sveglia al mattino alle 6 e magari va a correre un’oretta e poi finiscono di lavorare alle 11 di sera o anche a mezzanotte, lì dal truck dei meccanici perché devi cambiare i tubolari, devi cambiare i rapporti. Tutto il giorno, tutti i giorni. E i fisioterapisti e i massaggi e tutto il resto. E poi alle volte pensi di non appartenere a questo mondo perché tutti sono così incredibilmente forti che tu fai fatica a seguire la loro scia.

Anche oggi durante la tappa pensavo a come fosse possibile. E lo sai che quello davanti a tirare sta soffrendo quanto te, ma poi è crudele essere capaci di seguire l’attacco decisivo. Quando è andato via Kasper, era così incredibilmente forte. È andato all’attacco ieri e ha vinto la tappa e avere la volontà e la determinazione di farlo di nuovo da capo oggi… Pensi solo che non dovresti essere lì.

E poi l’ho seguito e sapevo che avrei dovuto fare tutto alla perfezione e ho fatto tutto il possibile. Perché non sono solo qui per me stesso, sono qui anche per Gino e per la squadra e poi alla fine pensi quasi di aver tradito i tuoi compagni di fuga perché li hai battuti. Ma lo sport professionistico è così. Tutti vogliono vincere e ovviamente se voglio vincere, devo prendere la ruota di Kasper e devo provare a batterlo all’arrivo. Penso a così tante cose in questo momento.

Dove pensi di aver trovato la determinazione per arrivare alla vittoria?

Non ne ho idea. Dico sempre che non voglio avere rimpianti quando torno sul bus della squadra. So che non vinco spesso perché non sono il più forte ma so che riesco a mantenermi freddo e concentrato nei momenti decisivi. E quando Kasper ha fatto quell’attacco sulla salita, stavo soffrendo parecchio ma sapevo che era la mossa decisiva e in qualche modo ho trovato la forza mentale per seguirlo a ruota e ho solo provato a mantenere il ritmo fino in cima e stargli a ruota.

Non sono stato egoista, ho anche contribuito alla fuga perché se non l’avessi fatto non saremmo andati lontano. Ad un certo punto mi son sentito in colpa per Ben perché sapeva di non avere chance di vittoria allo sprint ma ha comunque spinto perché la fuga andasse avanti perché anche lui vuole giocarsi la vittoria, anche se sa che molto probabilmente perderà. Negli ultimi metri quando è partito Ben, era la sua unica possibilità e lo sapevo e sapevo che Kasper avrebbe reagito perché era di gran lunga il più forte e sapevo anche che avrei solo dovuto seguire la sua ruota. Alla fine mi ha praticamente tirato la volata. Non ho uno sprint forte ma dopo un giorno tanto difficile non sai mai come va a finire. Sono contento per me, per la squadra e per tutto quello che è successo nell’ultimo mese.

Avevi smesso di crederci?

Non mi importava. Tutto il giorno volevo solo dare il meglio di me. Sapevo di poter vincere una tappa del Tour de France perché ne ho già vinte due in passato. Quindi so di essere forte abbastanza ma so che così come me sono forti anche gli altri 150 ragazzi. Non sono l’unico che può vincere una tappa al Tour de France.

Tutti i corridori qui meriterebbero una vittoria di tappa. Perché ho visto le facce l’altro giorno nel gruppetto sul Col de la Loze e sai che cosa stanno passando in quei momenti e vorresti che vincessero, perché so quanto possa cambiarti la vita vincere una tappa al Tour de France, ma non è possibile ed è crudele.

Per questo motivo sei così emozionato ora?

Sì per questo e per la squadra. Perché ci crediamo così tanto e abbiamo affrontato giorni difficili con tutto quello che è successo. Sono super contento e orgoglioso ora.

Grazie

Foto: LeTour

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