Ventagli #94 — Le 10 maglie più interessanti del 2020

Umberto Preite Martinez
LoggioneSport
Published in
9 min readJan 7, 2020

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Un nuovo anno è iniziato e un’altra stagione di ciclismo sta per prendere il via nell’emisfero australe a colpi di corse di cui non frega niente a nessuno ma che noi guarderemo lo stesso perché ormai il mondo gira così (e perché, in fondo, gli appassionati di ciclismo sono dei maniaci bipolari: si lamentano sempre ma poi si ritrovano il sabato pomeriggio a casa a guardare la replica del GP Industria e Artigianato su Raisport).

Piccola curiosità: un italiano non vince il GP Industria e Artigianato dal 2013 con l’ultima vittoria valida in carriera di Mauro Santambrogio (la vittoria di tappa al Giro di quell’anno gli fu tolta) e nel 1999 fu anche l’ultima vittoria fra i professionisti di Massimo Podenzana, allora in maglia Mercatone Uno.

Benissimo. Ora possiamo cominciare davvero a parlare di cose serie. Perché con il nuovo anno sono arrivate anche le nuove maglie della stagione 2020. E come ogni anno ho ricevuto l’onere e l’onore di selezionare la top-10 delle più interessanti.

Prima però un piccolo accenno alle grandi escluse rispetto alla top-10 del 2019. Resta fuori, quest’anno, la Vital-Concept che nel 2019 aveva stupito il mondo con una grandiosa fantasia geometrica, dei colori molto azzardati e un modello con la panzetta che ci ricordava che, in fondo, anche dopo i vari cenoni natalizi non dobbiamo abbandonarci alla disperazione.

Fra le altre, esclusa anche la Sky/Ineos, inserita l’anno scorso solo perché era l’ultima maglia Sky della storia. Quest’anno la Ineos ha la stessa maglia del 2019, rossa e nera, blablabla, mi sto annoiando da solo. Pietà.

10. Lotto Soudal

Il nuovo kit della Lotto-Soudal merita il decimo posto in questa speciale classifica. Il nero nella parte superiore è spezzato solo in parte dalle due striscioline bianche che ci ricordano che anche i ciclisti hanno le spalle. I due sponsor nella versione maschile sono senza dubbio più eleganti, probabilmente perché la striscia rossa sopra la scritta SOUDAL nella versione maschile fa molto meno “effetto-pecetta” e si integra meglio con il design. Una bella divisa, elegante, semplice, molto moderna. Un grande passo in avanti.

9. Trek-Segafredo

L’anno scorso avevamo premiato la “nobile semplicità e quieta grandezza” della divisa Trek. Quest’anno premiamo la sfrontatezza con cui gli stilisti della nuova squadra di Vincenzo Nibali hanno deciso di stravolgere tutto ancora una volta. A uno sguardo più attento, però, non sfuggirà che questa grande rivoluzione si compie in una semplice inversione dei colori con il bianco che va a scambiarsi col rosso come colore predominante relegando quest’ultimo a ruolo di sfondo per gli sponsor.

Il risultato è comunque positivo, forse meno “nobile” ma più leggero, meno classico e più arrogante.

8. Sunweb

Retrocede dalla quarta all’ottava posizione la Sunweb, nonostante nella nuova maglia per il 2020 sia sparita la sfumatura al nero verso i pantaloncini e per il resto sia rimasta praticamente identica a quella del 2019.

Ed è proprio questo il problema. Senza dubbio la maglia della Sunweb resta una delle migliori nel panorama del World Tour e bisogna certamente apprezzare i piccoli miglioramenti fatti, probabilmente dopo aver letto le critiche nella classifica dell’anno scorso. Però non basta questo per scalare posizioni, non può bastare un indolente lavoro di rifinitura per arrivare sul podio di questa prestigiosa classifica.

L’impressione è che la Sunweb si sia seduta sugli allori, accontentandosi di restare in classifica invece di sorprendere tutti con una nuova maglia capace di competere ad alti livelli. Un po’ come il Napoli nel calcio, la Sunweb aveva una maglia che funzionava e invece di cercare il salto di qualità definitivo ha adottato una strategia conservativa che però non ha prodotto i risultati attesi.

7. Bora-Hansgrohe

Nella mediocrità di queste posizioni di rincalzo, la Bora si inserisce con prepotenza grazie ad alcuni piccolissimi dettagli che fanno però la differenza rispetto alla triste divisa del 2019.

Si notano subito dei grandi cambiamenti: il disegno geometrico nella parte inferiore è quest’anno meno stilizzato e più morbido, il tratto è più libero, slegato dalla rigidità tutta tedesca che minava l’estetica della divisa 2019. Il gioco dei colori che si toccano e si intersecano l’uno sull’altro andando a schiarirsi verso l’alto fino al bianco che fa da sfondo alla scritta “hansgrohe” dà al tutto una brillantezza inaspettata e piacevole che è raro trovare in maniera così armoniosa in una divisa ciclistica.

Con pochi piccoli accorgimenti hanno stravolto completamente la percezione che si ha dall’esterno, al contrario di quanto abbiamo visto con la maglia Sunweb.

Niente da dire: la nuova maglia della Bora è davvero bella.

6. NTT

La Dimension Data cambia nome ma non cambia l’attitudine intrinseca a fare maglie bruttissime.

Ma se la divisa 2019 era oltre che brutta anche insignificante, quella del 2020 ha una particolarità che vale il sesto posto in classifica: tutto, in questa maglia, parla di sesso.

Il richiamo più evidente all’erotismo sono le mani sul culo. Quattro manine stilizzate che stringono il fondoschiena dei ciclisti della NTT in un gesto che sfonda il muro del politicamente corretto e si proietta in un universo parallelo in cui i ciclisti corrono nudi con una semplice coccarda col nome dello sponsor per coprire il pene.

Ma se con le manine sul culo la NTT va palesemente a strizzare l’occhio al mondo del soft-porn, è il logo stesso del nuovo main sponsor a offrire il più subdolo richiamo alla sfera sessuale. E non posso credere che, in quel ridondante incastrarsi di linee curve e sinuose, nessuno di voi vada con il pensiero a due corpi nudi che si intrecciano, gli organi riproduttivi che compenetrano l’uno nell’altro alla ricerca di una perfezione estatica/estetica. Mi viene davvero difficile, guardando quel logo, non pensare alla Venere di Milo e ai suoi seni rotondi, le sue curve che sono segno di fertile abbondanza.

Sesso puro.

5. Deceuninck-Quick Step

Un insano mix fra la vecchia Castorama e Super Mario. Una specie di idraulico che indossa divise di dubbio gusto ma sempre col sorriso di chi ancora non ne ha viste così tante o che forse ne ha viste abbastanza da pensare che, in fondo, poteva andare peggio.

Primo premio “Errea (o Erreà)” per la divisa sportiva più brutta del 2020
Orso d’Oro ai “Ma che davvero” Awards

Nomination per la miglior scontornatura dei loghi alla Biennale “il mio falegname con trentamila lire lo faceva meglio” di Venezia.

4. Jumbo-Visma

Ancora una volta una foto in riva al mare. Stavolta però Roglic non è più da solo, triste, con lo sguardo rivolto altrove. Stavolta con lui ci sono i suoi compagni di squadra con lo sguardo fisso in camera. Anche la nuova maglia 2020 è straordinariamente migliore rispetto alla versione precedente, a partire dalla banda nera in diagonale e la pulizia del giallo senza sfumature.

Quando ero bambino, nella seconda metà degli anni ’90, avevo una passione del tutto fuori luogo per il Borussia Dortmund. Non ricordo neanche un giocatore di quel Borussia Dortmund, ma detto fra noi non ricordo neanche così tanti giocatori della mia Fiorentina di quel periodo (non è vero: Sandro Cois, se mi leggi, sappi che avrai sempre un posto nel mio cuore). Di quella squadra mi entusiasmavano invece il nome esotico e quei colori così strani eppure così ipnotici che negli anni successivi sono tornati a tormentare le mie fantasie sportive più spinte.

La nuova maglia della Jumbo è quindi la concretizzazione di un sogno proibito, la compensazione per una post-adolescenza passata a masturbarmi sui laser pass di Marco Reus, la realizzazione in salsa ciclistica dei miei numerosi soggiorni a Eindhoven che prevedono sempre come seconda tappa una delirante spesa al supermercato Jumbo sotto casa.

3. Bardiani-CSF

La Bardiani abbandona il classico verde e si presenta al via del 2020 con una divisa completamente nuova, impensabile, strabiliante, orrenda. Sublime.

La nuova maglia è ciclamino con inserti verde-evidenziatore, con gli sponsor che non si adattano per niente al contesto ma rimangono lì nei loro format predefiniti a spezzare completamente l’armonia del tutto, aggiungendo colori su colori. La Bardiani merita il gradino più basso del podio perché è riuscita nell’intento di rappresentare il brutto senza voler per forza cercare di forzare la mano ai nostri canoni estetici. Perché il brutto, appunto, è la categoria più adatta a descrivere la deformazione patologica del mondo contemporaneo, fortemente urbano e post-industrializzato.

Così, mentre l’Uomo contemporaneo è ossessionato dalla ricerca del bello, la divisa 2020 della Bardiani ci indica una possibile strada da seguire, ci mette di fronte alla realtà del nostro mondo e della nostra umanità.

Fondamentalmente, quindi, ci trascina nel brutto e butta via la chiave.

2. Bahrein-McLaren

Anche la Bahrain-Merida cambia volto con l’ingresso del nuovo sponsor McLaren e lo fa in grande stile. Addio alla tovaglia natalizia di nonna, addio agli omaggi nascosti a Mondrian. La nuova maglia per il 2020 è intrisa di riferimenti futuristici. Il dinamismo delle linee che abbozzano un triangolo arancione, di cui possiamo solo intuire la chiusura all’esterno della figura, richiama in un certo senso la Città Nuova di Antonio Sant’Elia; così come le scritte degli sponsor, che non sono più un ingombro da separare dal resto del disegno ma si integrano nel contesto e dialogano con le linee geometriche del triangolo. La divisa della Bahrain è quindi l’esempio perfetto della trasposizione di quell’architettura futurista che «è l’architettura del calcolo, dell’audacia temeraria e della semplicità».

Se la Bardiani ci mette di fronte alla rappresentazione del Brutto della società contemporanea, la Bahrain-McLaren ci offre una visione utopica della post-modernità in cui anche i colori caldi, se usati in un contesto ipergeometrico, restituiscono l’idea del distacco interpersonale in cui saremo sempre più immersi.

1. EF

La grande assente del 2019 (avevano presentato le maglie ad articolo già scritto, e non è che qua possiamo stare ad aspettare i comodi di tutti, eh) che però meritava già all’epoca il primo posto. L’anno scorso avevano stupito il mondo intero con dei colori fluorescenti e un design psichedelico. Quest’anno il blu, che prima si mescolava in modo del tutto casuale con il rosa, è ingabbiato in una fantasia più delimitata anche se mantiene intatto il suo sapore ironico e spensierato. Le maglie della EF sono un romanzo di formazione in cui il protagonista, inizialmente selvaggio e fuori dagli schemi, col passare dei capitoli cresce e impara a inserirsi nella società che lo circonda, pur mantenendo intatta la sua forte personalità ribelle.

Forse la maglia di quest’anno non meriterebbe davvero il primo posto, ma è comunque una maglia coraggiosa e innovativa, brutta al punto giusto per risultare la più interessante di questo 2020.

Ventagli è un progetto sull’attualità del mondo ciclistico in collaborazione con Loggione Sport. Ha una pagina twitter dove potete trovare commenti e opinioni giornaliere ed una pagina instagram per indagare la bellezza di questo sport attraverso le immagini.

Tutte le foto presenti nell’articolo sono state prese dai canali ufficiali delle squadre.

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Scrittore disorientato. Ho due grandi passioni: il ciclismo e la Fiorentina.